La mappa dei paesi che ho visitato

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Vendo rustico casale a Pico (FR)

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BERGEN 2 gennaio 2006

Anno nuovo, città nuova! Ieri notte abbiamo salutato Oslo, tempio eterno del nostro primo Capodanno insieme, e alle prime luci dell'alba (bè in realtà anche prima, visto che il sole non sorge prima delle nove e noi siamo arrivati alle sette!) ci siamo trovati in un nuovo mondo: la splendida città di Bergen, borgo di pescatori affacciata sul mar del Nord.
Sebbene non abbiamo potuto goderci il panorama, sono contento di aver preso il treno insieme a te. Il treno per me è IL viaggio, l'essenza stessa del muoversi alla scoperta di nuovi mondi. Il treno ti abbraccia , ti dondola e va pìano lasciandoti il tempo di goderti il mondo circostante, il paesaggio, le atmosfere. Lui va, non sei tu che devi guidarlo e puoi finalmente abbandonarti, senza correre, ma con calma, piano, dolcemente e godere del mondo che ti circonda.
Dopo una ricca colazione (con un tremendo patè di non so cosa!) siamo andati alla ricerca dell'albergo seguendo le indicazioni della nostra guida turistica. Ci siamo persi e ripersi, abbiamo fatto su e giù per il colle con le valigie in mano, ma poi siamo arrivati, ed è stato spettacolo (un po' come capita a noi, orca miseria!).
Mollati i bagagli ci siamo tuffati in questa graziosa cittadina. Prima tappa è stato l'acquario. È stato stupendo vederti in estasi tra papere, pinguini, foche e scimmiette. È stato stupendo vederti all'età di tre anni (forse anche qualcosina in meno!) ed è stato ancora più divertente vederti crescere lentamente, una volta fuori dall'acquario, e tornare alla tua età celebrela solita (-- anni!). Ti ho sentito parlare del tuo ex ragazzo e ho pensato a quanfo io ti parlo di Francesca, e ho capito le tue parole dell'altro giorno quando mi dicevi che lui era parte della tua vita passata, ma che ora esistevo io. L'ho capito e imparerò a vivere meglio il tuo passato. E anche il mio.
Dopo un rapido pit-stop in un caffè per il tuo immancabile dolcetto, siamo andati in giro per la città, sperando di riuscire a vedere il museo d'arte (con i quadri del mio ormai amico Edvard Munch): ovviamente era chiuso, ma neanche lui riuscirà a fermarci!
Ho saltato un momento fondamentale nella nostra visita a Bergen: il giro al mercato del pesce (seppur in forma ridotta), cinque minuti per vedere due banchi di pescatori zeppi di salmone, gamberi, halibut e quant'altro, e un minuto per divorare il panino coi gamberetti! L'esperienza non è stata in sè esaltante. Esaltante è stato vedere, annusare e vivere una città di mare con i suoi sentori, abitudini e profumi caratteristici. È la magia del mare che cancella intolleranze, odi e divisioni e solo lui riesce ad unire il mondo intero degli uomini del mare . Tutti i borghi marinari hanno sì le loro peculiarità, ma in fondo in fondo si somigliano: lo stesso ritmo di vita, lo stesso clima mitigato dal mare stesso, lo stesso rispetto incondizionato per cose e persone, cosa che solo il mare riesce ad insegnare.
E poi via per Bergen, antico borghetto di case in legno tenuto in piedi dalla Provvidenza, oggi ripulito, sistemato e divenuto alverare di botteghe artigiane, ristoranti e teatro di scorci suggestivi, tutti protesi ad abbracciare il mare e l'enorme veliero bianco lì di fronte ormeggiato.
Poi siamo tornati in camera e dopo una ricca pennichella ci siamo rituffati in centro! Cena in ristorante tipico con gamberi, cozze e carne di balena (anche se secondo me era fegato! Scherzo!).
Abbiamo parlato tantissimo, ci siamo raccontati milioni di cose provando a scoprire nuovi anfratti dei nostri caratteri; il risultato: semplice, ti amo. Capito! Sono le 23:45, siamo in camera pronti per andare a dormire.
Dovevamo rimanere sette giorni a Oslo. E abbiamo osato cambiare, rischiando e venendo a Bergen. E Bergen si è rivelata uno spettacolo, un incanto denso di emozioni dal quale mai riuscirai a staccarti. E tu sei la mia Bergen.



Eccoci qua distesi a scriverci la nostra (che ormai abbiamo assodato essere identica!!) lettera d'amore e ricordi, sebbene stavamo per dimenticarcene.
Ricordi...già...quei ricordi che pian piano ci stiamo creando, ma che mi sembrano sempre troppo pochi. Sento un buco di anni che ci manca, in cui dovevi far parte della mia vita e invece eri solo un sogno, come se avessi perso la memoria. Per fortuna oggi eri chiacchierino e mi hai raccontato un po' di te e del tuo passato, rendendomi partecipe del tuo mondo e riempiendo un po' quel buco, sebbene continui ad avere questa vaga sensazione che anch'io dovevo starci in tutto quello che racconti. Lo so che può sembrare stupidi però è una cosa molto forte che va di pari passo con quello che provo per te che cresce di giorno in giorno e sembra non fermarsi mai.
In tutta questa meraviglia c'è solo una costa storta: i giorni passano fin troppo in fr4etta e l'idea di tornare a Taranto mi uccide. Le costrizioni, i sotterfugi, la libertà limitata, ma chi me lo fa fare? Me lo chiedo sempre più spesso...la risposta non è così ovvia come pensi, non devo scappare e, anzi, vorrei prima di tutto capire perchè ho questa ritrosia, questa angoscia di stare là, veramente tutt'a un tratto non riesco più a fare sacrifici per ottenere qualcosa? Perchè è successo? Veramente Taranto era nel mio destino solo per cambiare vita, per conoscere te?
Penso a come sono felice quando decidiamo per il nostro agriturismo, penso a com'ero felice stamattina all'aria aperta vedendo dei semplici animali e pensando a quanti ne vorrei io...poi ripenso all'angoscia di partire e andarmene a Ravenna (dove per inciso comunque non ero chissà chè felice...mi mancava sempre qualcosa...) e alla fatica di affrontare ogni giorno qualcosa che in realtà dovrebbe risultarmi semplice, tenendo conto quello che mi ero imposta da adolescente...
Ecco però che arrrivano pensieri tipo la gioia di lavorare in palestra da Sergio prima dell'apertura, veder nascere qualcosa che hai contribuito a far crescere e le fantasie con mia sorella sulla cioccolateria-libreria...forse veramente il mio sogno è creare qualcosa di solo mio con le persone che amo.
Tutti questi pensieri sto maturando in questi giorni, gironzolando tra i grandi palazzi commerciali di Oslo prima e tra le viuzze tipiche di Bergen ora. Guardo, imparo, conosco, mi diverto sempre con te mano nella mano; anche se magari ti ho tradito con i pinguini e le scimmiette per qualche ora, sei sempre tu il mio compagno che mi affianca giorno dopo giorno in questo cammino che per me ora sta iniziando ad andare in salita. Poter fare la bimba con te è uno sfogo. Ho delle decisioni sulla mia vita da prendere e non sarà facile, ma so che tu sarai al mio fianco e questo è molto importante per me in questo momento.
Ok, della giornata di oggi non ho scritto quasi niente, ma credo sia più importante scriverti questi pensieri perchè così possiamo parlarne e poi mi è più facile visualizzarli e farli miei per benino. E poi magari è la volta buona che scriviamo cose diverse!!! ;-)

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