La mappa dei paesi che ho visitato

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BERGEN 4 gennaio 2006

Oggi sveglia alle otto, colazione, coccole, poi bagagli, poi alle dodici funicolare fino a Floien, passeggiata per il bosco e acquisto di bufale, poi alle 10:30 ritorno a Bergen, poi tour per l'acquisto di souvenir di fine vacanza a parenti e amici (cartoline incluse), poi altra passeggiata dalle 17:30 alle 19:00, poi cena (io renna, tu agnello) poi in albergo a prendere le valigie, poi stazione, poi sul treno, poi fra un po' partiamo, poi domani ci svegliamo e siamo di nuovo a Oslo, poi aereo, poi...
Come vedi la mia lettera comincia in un modo un po' strano. Chi ti scrive è un ragazzo stanco che sente la fine del viaggio avvicinarsi inesorabilmente e con essa il ritorno alla normalità. Chi ti scrive non ha nessuna voglia di raccontarti la giornata, ma ormai è diventato il cronista della vacanza e non vuole esimersi dall'incarico per stanchezza o pigrizia.
Chi ti scrive oggi non ha pensieri filosofici, nè coccole, nè parole dolci, nè...solo una domanda: quando tutto diventerà rose e fiori?



Eccoci qua sul treno che ci riporta a Oslo, per poi ripartire verso la nostra patria. Dormiremo un'altra volta avvinghiati, incastrati come pezzi di un puzzle.
Non mi angoscia più il fatto che stiamo rientrando, mi spiace lasciare Bergen perchè mi è piaciuta tanto, mi ci sono sentita bene, ma per il resto è tutto ok. Perchè? Forse mi ha aiutata la ragazza milanese-siciliana del bancone dei pesci: "la vita è una sola", quindi è inutile che mi angosci troppo, se voglio cambiare, se quello che faccio non è quello che voglio veramente devo solo agire e non succederà niente, perchè in ogni caso tu sarai al mio fianco e magari troveremo altre 100.000 Bergen migliori della Oslo dove siamo ora. Altrimenti pazienza, l'importante è che siamo noi due.
Siamo andati per i boschi, ho giocato e scherzato con il mio ambiente e hai lasciato che facessi, tirandomi un po' altrimenti saremmo ancora lì lo so e poi siamo andati a comprare le fregnacce e anche lì hai lasciato che facessi senza limitarmi mai anzi alle volte spingendomi affinchè io stessa non mi limitassi. Ti amo profondamente per questo (non solo per questo eh...) e sei l'unico che quando dice "mi piaci così come sei" dice la verità a cui io credo senza dubbio alcuno.
C'è però di contro che ti diverti a "giocare" con le mie debolezze, ah no, come le hai chiamate? Tallone d'Achille...svisceri, cerchi, sgarfi e provi a rimediare. Niente di più bello, ma niente di più pericoloso. Quando la mente nasconde qualcosa un motivo c'è, è il suo modo per difendermi e forse non sempre è un bene andare a cercare quel qualcosa. A mente fredda e razionale ti ringrazio di amarmi così tanto da volermi aiutare a superare determinate cose, ma non sperare che io riesca a venirti incontro almeno all'inizio, non sperare che il mio IO emotivo salti di gioia per questo. Troverai di fronte a te un cagnolino spaventato e anche aggressivo sì a cui, è vero, fanno male certe ferite, ma non per questo si lascerà curare come se nulla fosse.
Non puoi pensare di poter rovistare indisturbato nella mia anima e poi sperare che io non abbia alcuna reazione.
Scapperò e scapperò e morderò e morderò fino a quando non avrò più forze nè per l'una nè per l'altra cosa e l'unica cosa che potrò fare è lasciarmi andare, fidarmi per forza.
Non so se hai letto L'uomo che sussurrava ai cavalli, ma è proprio questo che il cavallo fece con l'uomo.
Il treno è partito.
Tu non sai cosa ha significato questa cavanza per me. Non è stata solo una prova, mi ha dato una marea di certezze per quanto riguarda noi e per quanto riguarda me.
Ti amo da impazzire ogni giorno di più, ogni secondo di più e ogni cellula è protesa verso di me.
Non mi abbandonare mai, guai a te.

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